Perché inziare un blog parlando proprio di adattamento e non di creazione, ideazione, invenzione di nuovi programmi tv? Il problema è l'Italia, l'unico paese europeo dove la creatività non è presa in considerazione e tutto il lavoro di sviluppo degli autori e degli sceneggiatori si spende nell’adattamento e non certo nella produzione di idee.
Non facciamoci illusioni. Tutto ciò che vediamo in TV è alla fine un adattamento. Specialmente se parliamo di Format, cioè di programmi nati per essere esportati e venduti in quanti più paesi del mondo sia possibile. Certo l'idea centrale resta. Cosa sarebbe un "Grande Fratello" senza una casa e suoi abitanti reclusi? Cosa sarebbe un "Chi vuol essere milionario?" senza il premio da un milione, le quattro risposte possibili o il 50:50? Eppure usi, costumi, gusti culturali, contesto economico ma anche leggi e regolamenti civili e religiosi del Paese che acquista un Format per replicarlo nelle sue TV, danno vita a un grande lavoro di adattamento e modifica: si adatta appunto, ma non si cambia.
Se il programma è ripetibile in vari contesti soprattutto culturali senza cambiare una virgola non solo siamo di fronte a Format ma certamente e commercialmente di fronte a un capolavoro. Ma come dicevamo l'insieme di regole e liturgie che costituiscono un Format televisivo a volte non bastano a farne un modello da replicare sempre e comunque. Ecco allora che interviene l'autore-adattatore. Qualcuno che sia in grado di mantenere invariato il livello di interazione del programma con i suoi spettatori. Mi è capitato diverse volte di lavorare ad adattamenti di programmi, ma ricordo un'esperienza in particolare. Era il 2000 e Rai2 aveva acquistato un format svedese, un game-show, anzi un dating-game-show. Il titolo originale era "Chat Dating Net" è già questo era quasi intraducibile sugli italici lidi, per cui a qualche autore Rai (non io) venne in mente di chiamarlo "Batticuore" che con internet, la realtà virtuale, le chat e i profili online non c'entrava una beneamata mazza ma faceva terribilmente pendant con un programma in voga in quegli anni "Stranamore" (titolo originale: All you need is love) il padre di tutti i dating game show. Ecco dove può spingersi l'adattamento. Ma non solo. L'Host, cioè il conduttore scelto ha un notevole impatto sul risultato e sullo stile del programma. Ricordo che nella versione svedese il programma era "giovanilistico" con una conduzione altrettanto scanzonata e frizzante, mentre nell'adattamento italiano (che durò poco) si optò per una conduttrice decisamente più matura e l'aspetto "digitale" "moderno" del tutto andò presto a farsi fottere a vantaggio di un accento sulla profondità delle relazioni, sul lasciarsi, sull'amarsi, sul continuare, sul sesso, ecc.
Ripetiamo. Questa non è una critica all'adattamento. Bravo l'autore che crea qualcosa di replicabile, qualcosa che nella sua sostanza resti sempre vicino ai bisogni culturali del paese dove viene, via via, trasmesso. Sempre che ciò venga consentito. Esistono infatti Format tv adattabili, blindati e blindatissimi. Dei primi abbiamo appena detto. Consentono di mettere mano fin quasi allo stravolgimento dell'idea originaria. Gli altri invece quelli blindati o blindatissimi vengono venduti con una "bibbia" al seguito che non solo detta le regole del gioco, ma anche quelle della regia (un set di inquadrature), delle musiche e del momento in cui devono essere usate, delle frasi rituali da ripetere piuttosto che della grafica preconfezionata ... fino ad arrivare alla versione "blindatissima" dove oltre al Format così, com'è si vendono anche le maestranze, le forniture ... oppure si applicano multe salate (contrattualmente) a chi se ne distacca o crea degli adattamenti.
A volte anzi, l'adattamento locale di un programma può generare creatività che viene a sua volta esportata: insomma migliorie rispetto all'impianto originale di cui farà tesoro la casa di produzione proprietaria, licenziataria, del programma che introdurrà dall'alto queste modifiche.
Articolo di Alessandro Mosca © 2017
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