I primi format ad essere trasferiti sono stati i game show e gli human interest show, dalla radio alla televisione. Prima di Candid Camera esisteva ad esempio Candid Microphone, una produzione del 1948.
Questo esempio ha dimostrato la durabilità e la flessibilità dei format e ha fatto comprendere agli autori la possibilità di un uso “secondario” delle loro creazioni.
La proliferazione dei network e la diffusione degli apparecchi televisivi in Usa ha incrementato lo sviluppo di nuovi format nei primi anni ’50. I primi scambi di format si ebbero tra GB (BBC) e USA (pur avendo la GB cominciato prima degli USA le sue produzioni, il mercato americano era quello che vendeva i format perché li produceva più in fretta e soprattutto non si era fatto 5 anni di guerra).
La creazione dei format è legata alla fortuna del duo Goodson – Todman, e del loro maggior successo Winner Take All che debuttò sulla CBS l’8 luglio 1948: il primo game show che metteva l’uno contro l’altro due concorrenti piuttosto che contro un quiz master (conduttore).
Importante successo anche What’s my Line (che debuttò alla CBS nel 1950 e fu acquistata dalla BBC circa un anno dopo: si trattava di un format derivato da un gioco in cui si doveva indovinare che mestiere facesse uno sconosciuto).
Molto spesso i format venduti sul mercato di lingua inglese come Price is Right, mantengono lo stesso nome.
Ci sono voluti anni per invertire il trend di vendita dagli Usa alla GB: solo nel 1979 il primo format inglese Whodunnit è stato venduto in USA.
Il mercato dei format vale milioni di euro l’anno ed è dominato da poche aziende tra cui l’australiana Pearson, l’inglese Action Time e la statunitense All American Network.
Ma quanto costa o meglio quanto vale un format? Scoprirlo è difficilissimo. L'unica cifra vera trapelata nella storia è quella del format di Chi
vuol essere milionario, venduto dalla Celador ad un gruppo di società distributrici per 180 milioni di dollari. Un format più prestigioso come il Grande Fratello supera sicuramente i 200
milioni.
Come è stato scritto qualche tempo fa da La Repubblica: “un'altra via di calcolo è induttiva: la numero uno mondiale del settore, l'olandese Endemol, patron del Grande Fratello, della Fattoria, di Affari tuoi e di tanti altri format ha contabilizzato a livello globale un fatturato di 516,6 milioni di euro nella prima metà del 2006, un miglioramento del 22,6% sulla prima metà del 2005. L'utile netto è cresciuto del 19,6% da 38 a 45,6 milioni. La filiazione italiana, terza nella graduatoria per importanza, ha fatturato 78,2 milioni di euro, un aumento di ben il 38,5%. Al secondo posto c'è Magnolia, che fattura una sessantina di milioni di euro l'anno, con format quali L'isola dei famosi, CameraCafè, Markette.”. Insomma un gran bel business.
In generale, le nazioni che dominano il mercato in termini di valore di produzione sono USA, Germania e Francia ma il Paese che esporta più Format è la Gran Bretagna, mentre il maggior creatore, distributore e produttore è Endemol la cui casa madre è olandese.
Sul mercato del format un prodotto/programma può durare dai 3 ai 15 anni: insomma con un po’ di fortuna c’è da ricavarne un vitalizio. Il successo di queste formule prestampate comunque sta in ultima analisi nel fatto che è certamente più semplice commerciare trasmissioni già collaudate che inventarne di nuove ed introdurle sul mercato. Insomma possiamo dire che il format è figlio di una certa pigrizia o difficoltà creativa o almeno della inesistente propensione al rischio di molti produttori.
Come è stato ben descritto in articolo del giornale Millecanali … “chi compra un format compra un’idea originale, riproducibile e standardizzabile, ma soprattutto un know-how produttivo (una ponderosa “Bibbia” corredata di scalette, musiche, piani di produzione, bozzetti), la consulenza degli sviluppatori del format e l’esperienza della programmazione in un altro Paese (le videocassette e l’analisi dei comportamenti di fruizione del pubblico). Sembrerebbe però, che comprando il format, il programmatore acquisti, più che altro, una creatività legittimata, una sorta di alibi con cui giustificare le proprie scelte di palinsesto. E se al posto di un format ci fosse stata una proposta originale? Ad esempio, sarebbe mai andato in onda un programma come Le Iene, senza il format argentino Caiga Quien Caiga, il riferimento stilistico e visivo a cui il programma si ispira, a legittimarlo?” Lascio al vostro giudizio l’ardua sentenza.
Un ultimo dato, se è vero che il Reality Show è il genere più importante in termini di valore di produzione, va detto che il 50 per cento dei format è rappresentato da Game Show. Il nuovo modello di telequiz “rituale” inaugurato da “Chi vuol essere Milionario?” è stato riproposto da vari “seguaci” - senza peraltro uguagliarne il successo - da “Quiz show” a Greed” a tantissimi altri in tempi ancora più recenti. Capiremo nei prossimi capitoli perché.
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Questa guida è a cura di Alessandro Mosca, autore e ricercatore, collabora con la RAI dal 1991. Ha lavorato come esperto nel settore analisi e ricerche di mercato del VQPT RAI e come autore sia radiofonico che televisivo.