Come abbiamo letto prima, più della metà di ciò che viene “formattato” in tv appartiene al genere game show. Ricordiamo che in effetti esiste una differenza tra game show e quiz show che però si è andata attenuando con gli anni e ora i termini sono usati indistintamente, anche se a dire il vero “game show” presuppone uno sforzo fisico, mentre “quiz show” solo intellettuale. Indipendentemente dalla definizione, come mai, ci domandiamo, questa formula televisiva, ciclicamente continua ad ottenere così tanto successo?
Negli Stati Uniti c’è una stazione Channel 83, the Game Show Network: una rete che manda in onda per il suo intero palinsesto vecchi game show e che è stato definito “una finestra sociologica sull’America”. Un giornalista ha scritto che guardare questa stazione e i suoi programmi di decenni prima è particolarmente divertente perché si nota bene che i partecipanti degli anni ‘50 erano impreparati ad una diciamo “esposizione nazionale” … della loro immagine televisiva.
In un articolo scritto per la Associated Press un giornalista qualche anno fa si poneva e ci poneva questa domanda retorica: quale tra questi show sarà la rivelazione dell’anno?
a) una competizione tra 16 concorrenti abbandonati su un isola tropicale nel mar del sud della Cina
b) un gioco a quiz dove i concorrenti cominciano ad eliminarsi senza pietà l’un l’altro non appena il monte premi si fa più consistente
c) un remake di Twenty One Question (vedi foto), il più famoso dei quiz show, quello responsabile del crollo di ascolti quando ci si accorse che i concorrenti baravano?
Non possiamo sbagliare: la risposta è stata, tutti e tre gli show in questione.
Nello stesso articolo c’è un intervista all’allora vice presidente della americana NBC, nella quale gli si domandava perché produrre game show. Ecco le risposte:
- Ci sono troppe situation comedy on air, penso che l’audience stia inviando un segnale che cominciano ad annoiarsi di fiction che non finiscono mai.
- Game show sono l’ideale per un produttore televisivo: 1) costano poco 2) possono riempire facilmente qualsiasi buco nel palinsesto 3) sono sempre una novità per molti telespettatori 4) hanno dimostrato in passato di essere un prodotto di successo
Certo questi format presentano un rischio, quello del “copia e incolla” televisivo. La direttrice dell’intrattenimento televisivo della CBS in una intervista ha risposto che “ … essendo la televisione, il più sofisticato e difficile tra i mezzi di comunicazione, se c’è qualcosa che funziona, state certi che ne faranno almeno 10 versioni”. Gli aspiranti autori sono avvertiti.
In tv occorre allora fare di fretta, la paura e il rischio è, che una volta inondati di nuovi format di game show, il pubblico perda facilmente interesse.
Ecco in sintesi le 7 ragioni per quali si privilegiano format di game show:
1) Cheap to produce: costano poco (non ha caso quando costano troppo per esempio “Ice Warriors” un format UK da 1.5 milioni di sterline, fanno notizia).
2) Generate large audiences: se funzionano generano grandi ascolti (il record europeo degli ultimi anni è quello del 22 dicembre 1978 con una puntata di Sale of the Century visto da più di 21 milioni di spettatori).
3) Formatting: possono essere tradotti in un format e venduti in tutto il mondo. Un trend che è cominciato col programma americano “The 64.000 $ Question” il primo “big money” quiz show. Caso emblematico è “The price is right” (El precio justo in Spagna, Kac Para? In Turchia, Der Preis ist Heiss in Germania, oppure la Ruota della Fortuna, che è diventata la Roue de la Fortune in Francia, Glucksrad in Germania e Rad van Fortuin in Olanda).
4) Flexible: hanno una struttura flessibile
5) Can be scheduled at any time: possono essere programmati in qualsiasi momento
6) Relaxing and challenging: c’è una tensione interna tra le regole del gioco e le opportunità di vincere, tra il controllabile e l’incontrollabile che crea un divertimento.
7) Own performance: ciascuno può misurare le sue capacità contro quelle dei partecipanti.
In quale direzione vanno allora i format televisivi?
- In un era di “sport estremi” anche i propositi della TV sono estremi. Insomma le persone per denaro sono pronte a fare di tutto, anche umiliarsi. Lo stesso “Survivor” ha al suo interno elementi pericolosi. Un concorrente che aveva perso della squadra svedese dopo qualche mese si è suicidato sentendosi umiliato davanti a tutti. Insomma sebbene lo show non avesse una responsabilità diretta, la vedova ha chiesto un risarcimento danni al Network.
- Il limite è che qualcuno dica … “superiamo il limite … spingiamo tutto al vediamo chi ce la può fare” … una escalation che ha già ucciso i “game show” una prima volta negli anni ’50.
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Questa guida è stata scritta da Alessandro Mosca, autore e ricercatore, ha collaborato con la RAI a partire dal 1991. Ha lavorato come esperto nel settore analisi e ricerche di mercato del VQPT RAI e come autore sia radiofonico che televisivo per Radio2, RAI2 e RAI3. Attualmente lavora come Consulente di comunicazione aziendale e Seo Expert.