Gli altri strumenti di comunicazione altro non sono che il cosiddetto "materiale informativo", con questi termini facciamo riferimento al quel mucchio di cartacce, audiovisivi, compact disk e manifesti che non sappiamo dove mettere o meglio dove buttare quando torniamo a casa dopo aver seguito una “interessantissima” conferenza. Mi riferisco a monografie, Cd Rom, brochure, video, manifestini e locandine, ecc.
Non posso tediarvi con lunghe dissertazioni su come e con quali contenuti realizzare questi strumenti audiovisivi, ecc. Se siete arrivati fino a qui nella lettura di questa guida significa che avete esperienza a sufficienza per farlo da soli o in alternativa potete chiamare una buona agenzia. E poi ci vorrebbe una guida per ogni singolo strumento (per il momento ne abbiamo realizzata una sulla “Produzione di spot radiofonici” che potete trovare sul sito di Aliacom, oltre a questa focalizzata sulla lobbying che ricordiamo non è corruzione e neppure pubbliche relazioni ma qualcosa come abbiamo visto di più articolato e complesso).
Una cosa però mi urge dirla, andando anche “contro” il mio stesso business, certo … perché fino a prova contraria questa guida nasce come materiale promozionale della mia agenzia di comunicazione!
Il punto è questo: non spendete soldi. Non spendete soldi nella produzione di cartacce varie, spot audio o video, siti internet scintillanti, brochure cromate e altri audiovisivi vari se non avete idea di come e dove distribuirle. La prima domanda per un responsabile comunicazione di una associazione, non deve essere “ora cosa scrivo” ma … “ora come lo distribuisco”? I costi veri sono quelli della distribuzione dell’informazione, non della sua produzione. Le sedi delle associazioni del Terzo Settore scoppiano di materiali informativi di campagne andate a male (badate ho scritto andate a male, come la mozzarella avariata). Tonnellate di carte non distribuite, volantini orfani di un lettore, questionari che piangono tempo, monografie che farebbero di tutto pur di trovare una libreria pronta ad accoglierle, siti mai aggiornati in cerca di autore, video mai andati in onda alla caccia di un telegiornale almeno locale. Invece niente. Stanno lì tutti quei materiali cartacei e audiovisivi per essere appioppati al prossimo giovane volontario che si presenterà cv alla mano e che in realtà cerca giustamente solo un posto di lavoro.
Dosiamo il numero delle pubblicazioni. Pensiamo a chi sono i reali lettori e non i potenziali lettori prima di andare in tipografia. Assicuriamoci di avere in tasca budget a sufficienza per spedirle a una lista di opinion leader che sono i nostri naturali referenti. Mettiamo a budget la pianificazione media, la distribuzione, prima della produzione dei nostri spot pubblicitari. E se non abbiamo soldi per farlo, uniamo le forze con chi persegue i nostri stessi obiettivi e dividiamo la spesa: dobbiamo creare quelle che nel linguaggio lobbystico (e ci ricaschiamo) si chiamano issue network of influence ovvero “rete di influenza sul singolo tema”. Insomma creiamo almeno un’alleanza occasionale con altre associazioni sul tema della campagna che vogliamo sviluppare (anche per questo esistono, tavoli, assemblee, federazioni e associazioni di associazioni …).
Altrimenti stiamo fermi.
Ricordiamo ora, alcune delle caratteristiche più frequenti degli strumenti usati tradizionalmente dalle associazioni per promuovere le loro idee, evidenziandone limiti e vantaggi; e un lavoro forse per alcuni di voi superfluo, ma non si sa mai:
Video:
Manifesti:
Social Media:
Radio:
La radio quindi sembra in apparenza uno dei mezzi più idonei ad esempio per sostenere campagne di sensibilizzazione su temi sociali a costi contenuti. Vi invito ad approfondire l’argomento, leggendo un’altra delle mini guide distribuite da Aliacom dal titolo “La produzione di spot radiofonici”.
Possiamo affermare che lo spot radiofonico è un messaggio con alcune caratteristiche peculiari:
Se vuoi un preventivo per uno spot radio chiama Aliacom al numero +393209203779.
Queste invero sono caratteristiche che dovrebbero essere comuni a tutti i prodotti pubblicitari audiovisivi e non, ma il limite della radio – ed anche la sua forza - sta proprio nel fatto che risulta priva di immagini, sostanzialmente monosensoriale, ma tuttavia conserva una forte capacità di coinvolgere i consumatori (si pensi allo strumento del contatto telefonico con le redazioni radiofoniche e i loro speaker, ecc.). Inoltre, anche se con una certa difficoltà, rispetto al cinema e alla televisione, in radio è possibile rappresentare stati d’animo. Anzi, nel caso della radio, a differenza del cinema e della televisione, all’ascoltatore è lasciato un più largo margine di interpretazione e di fantasia, che implica una partecipazione più attiva nella messa in moto dei suoi processi interiori.
Un discorso a parte va fatto per Internet:
Nel prossimo capitolo, vediamo nel dettaglio l’uso di internet e del web per la comunicazione nel Terzo Settore.
Per informazioni o preventivi o per contattare la nostra agenzia chiamateci al numero +393209203779.