L' analisi di un programma tv e le metodologie collegate a questo tipo di attività sono esercizi complessi e che presuppongono una vasta e profonda preparazione scientifica. Le mini guide offerte da Aliacom non hanno questa presunzione ma possono risultare utili a chi si avvicina per la prima volta alla materia e necessita di informazioni generali.
Fare analisi, significa porsi delle domande rispetto ad un oggetto. Nel caso del nostro oggetto/prodotto “programma televisivo” potremmo cominciare col farci delle domande che riguardano alcune macrocategorie, ad esempio: indirizzo, forma, identificazione, configurazione e posizione dell’audience.
Una volta raccolte queste informazioni generali, potremmo entrare maggiormente nel dettaglio, analizzando categorie più specifiche per valutare un Format TV. Ne riporto alcune qui di seguito, senza entrare nello specifico poiché è compito più da esperti sociologi che da semplici divulgatori quali siamo.
Segmentazione del programma: delimitazione in base a criteri stilistici “cambio luci” “stacchi pubblicitari” o criteri semantici “stabilità spaziale o temporale dei soggetti”.
Mappa dei soggetti presenti e non presenti in scena: (conduttore, vallette, corpo di ballo, luogo di trasmissione, voce off, presenza di telecamere, ospiti, concorrenti, publico in studio, richiamo ai telespettatori, ecc.).
Soggetti e interazioni: densità di soggetti, stile di comportamento (abbigliamento, mimica, prossemica, dislocazione spaziale, stile formale/informale, autoritario/confidenziale, variato/ripetitivo).
Funzione dei soggetti: all’interno del programma e ruoli narrativi corrispondenti.
Peso del testo verbale: assoluto, preponderante, medio, scarso, inesistente.
Stile di linguaggio adoperato: linguaggio settoriale, dialettale, italiano, corretto, scorretto, altre lingue.
Contenuti del discorso:
a) riferimenti a soggetti e individui (soggetti presenti in scena, soggetti recettori della trasmissione, rete, gruppo di emittenza, altre emissioni, altri conduttori, soggetti e istituzioni del mondo istituzionale, sociale, politico, ecc.).
b) riferimenti a processi e situazioni temporali (tempo palinsestuale, sociale, storico)
c) riferimenti a strutture e collocazioni spaziali (spazi di trasmissione, televisivi, sociali, storicamente collocati)
d) trattamento del discorso (ironico, parodico, serio, drammatico)
e) valutazioni (esplicite/implicite: giudizi verbali pronunciati dai/sui soggetti precedentemente individuati)
La storia:
a) presenza di una o più storie caratterizzate da (ordine/disordine/soluzione)
b) struttura temporale di ogni storia (ordine, durata, ritmo, frequenza, eventuali interazioni degli avvenimenti)
c) analisi del filone narrativo (subordinazione, coordinazione storie, parallelismo, indipendenza)
Messa in scena:
a) caratteristiche dell’intervento d’autore (inquadrature, movimenti di macchina e procedure di montaggio, voce della regia, esibizione delle telecamere e del personale tecnico, commento musicale, effetti sonori, titolazione, luci, colore, presenza e uso del luogo)
b) gestione degli spazi cerniera (sigle iniziali e finali, stacchi tra programma e pubblicità e viceversa)
c) rapporto tra le diverse figure (regia/conduttori, testi verbali/ambientazione)
d) impostazione spaziale della trasmissione (“modelli di spazio soggiacenti” teatro, salotto, piazza, aula, mercato)
Patto comunicativo:
a) Soggetti che stringono il patto (identità tra autore ideale e figura del recettore ideale, rapporto enunciatore/enunciatario: paritetico/gerarchico, monodirezionale/bidirezionale).
b) Contenuti del patto (cosa offre il programma)
c) Tipologia cognitiva del patto (patto di vedere, sapere, credere)
d) Valutazione: coerenza e efficacia del patto
Analisi del Palinsesto:
1) Complesso dei programmi che concorrono alla costruzione del palinsesto (come i mattoni di un edificio creando una continuità discorsiva legata al profilo delle diverse reti).
2) Dimensione temporale (durata dei programmi, collocazione per fasce orarie con pubblici diversi per aspettative e aspirazioni).
3) La collocazione in sequenza (il fatto che ogni programma sia preceduto e seguito da altri. Non solo per coerenza della programmazione ma per garantire un effetto trascinamento “lead-in effect” che consiste nel portare il pubblico da un programma a quello successivo creando una permanenza di toni e di temi.
4) La concorrenza: muoversi contemporaneamente su due piani, uno interno alla rete (continuità e coerenza nella programmazione) l’altro esterno (legato allo scenario competitivo). Il palinsesto può essere impostato indipendentemente dall’offerta concorrente, oppure “per differenza”.
5) Criteri d’emissione: modalità a “stripping” di origine USA (trasmissione quotidiana alla stessa ora) oppure una programmazione meno serrata.
6) Tipo di pubblico: scelta e collocazione dei prodotti dipende dal profilo dell’utente che si presume possa fruire del mezzo in quel dato arco di tempo.
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Questa guida è stata scritta da Alessandro Mosca, autore e ricercatore, ha collaborato con la RAI a partire dal 1991. Ha lavorato come esperto nel settore analisi e ricerche di mercato del VQPT RAI e come autore sia radiofonico che televisivo per Radio2 e RAI2 e RAI3. Attualmente lavora come Consulente di comunicazione aziendale e Seo Expert.